Qualche giorno fa
Leandra, carissima amica e artista di grande sensibilità, ha visto il mio ultimo disegno e mi ha chiesto: "perché questo soggetto?".
Ecco.
Io amo tantissimo disegnare personaggi il cui aspetto sia fuori dagli schemi, non catalogabile immediatamente in un genere: qualcuno che esprima il coraggio di portare all’esterno la sua unicità interiore (artisti di circo, transgender, androgini, drag queen, ecc...). Persone consapevoli della propria "diversità", che hanno esplorato il loro malessere, che hanno compiuto un percorso di discussione delle convenzioni sociali, che hanno cercato di capire, si sono informate. Che hanno cercato loro stesse, a volte odiandosi, a volte scontrandosi con la famiglia o con la società, e che hanno imparato ad essere loro stesse senza paura.
Io disegno seguendo il filo delle mie emozioni. Disegno per necessità e per passione. E le radici di una passione affondano spesso in un vissuto personale.
Sono nata in una famiglia tradizionale, un po' all'antica. Io, così "artista” e con le emozioni appena sotto la pelle, ho messo alla prova i miei familiari, impreparati ad "accogliere" una persona molto differente da loro. Mi sono sentita "sbagliata", ho lottato, soprattutto con me stessa, poi ho scelto di seguire il mio istinto, ho trovato un equilibrio, e sono diventata ciò che sono.
Per questo motivo, e per ragioni di cuore, i temi dell'accoglienza delle diversità, dell'informazione e dell'inclusione, mi sono particolarmente cari.
Cerco di mettere nelle mie illustrazioni il valore della bellezza non convenzionale, perché credo che dovremmo imparare a guardare le persone davanti a noi per quello che sono, liberi da schemi o preconcetti, e imparare che la "diversità" (di ogni tipo) va conosciuta, rispettata e accolta.